"Sesso? Io lo faccio. Von Trier mi pare di no"

Folla alla Casa del Cinema per incontrare l’elegante regista danese Nicolas Winding-Refn, il più acuminato della sua generazione anni Settanta ed esploso con Drive, premio per la miglior regia a Cannes e candidatura all’Oscar 2011. Di passaggio nella capitale per il lancio del cofanetto home-video di IFF, con Drive e Solo Dio perdona, quest’ultimo dedicato al suo idolo Alejandro Jodorowsky, lo sceneggiatore e produttore dice la sua.

Nei suoi violenti film maschili c’è posto per il punto di vista femminile?
«Amo tutto ciò che è femminile, perché creativo. Quando combino sesso e violenza, soprattutto: la sessualità è femminile e le donne sono più interessanti degli uomini. Sarà perché vivo in mezzo alle donne».

Lavora alla serie tv Barbarella, sci-fi per adulti ispirato al film di Vadim del 1968, con Jane Fonda. Perché dice che si tratta dell’ultimo personaggio della controcultura?
«Barbarella è un personaggio dei ’70, ma ogni volta che lo tratti è diverso. È specchio della sessualità in cambiamento. Per questo è controcultura. E poi si tratta d’un personaggio senza background. Rispecchia la sensualità dei nostri tempi, oltre che la situazione politica».

È vero che preferisce, su tutti, gli spaghetti-western?
«Sì: i western italiani parlano dell’ambiente americano, ma sposano una violenza surreale europea. Penso a Sergio Corbucci, Il grande silenzio, o Tomas Milian. Personaggi muti e io adoro chi parla poco».

Qual è il suo approccio alla scrittura?
«Parto da un’idea: se mi piace, significa che voglio vederla. Scrivo su vari cartoncini le idee, poi me li metto davanti, per vedere se hanno qualcosa di concreto».

Con quali criteri sceglie le sceneggiature?
«È mia moglie che sceglie. Il nostro terapeuta di coppia, durante le sedute, ci fa parlare di quel che vorremmo fare. Se dico: “Vorrei girare un film a Tokyo”, lei risponde che vorrebbe andare a Los Angeles. Tutto dipende da lei».

Spesso dirige Ryan Gosling, suo attore feticcio. Come farà, ora che lui debutta alla regia con How to catch a Monster?
«Non è una tragedia: io e Ryan siamo una sola cosa. E io faccio il regista. Un regista che ama il web ed è fanatico del Blu-Ray. La rivoluzione digitale è importante: quand’è nato il cinema, cent’anni fa, era un club elitario. Ora, tutti hanno accesso. Faccio film per il pubblico giovane, più intuitivo».

Andrà a vedere Nymphomaniac del suo conterraneo Lars von Trier?
«No: a lui, che è un nazista (si riferisce alle parole che disse Von Trier a cannaes su Hitler “simpatico“, ndr), piace il porno: sta invecchiando. Poi non mi va d’andare a vedere un porno molto lungo. Io faccio sesso, lui mi pare di no».

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Cinzia Romani

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