Noemi: "La mia sfida? Diventare internazionale"

Scatenata com’è sempre, Noemi ieri ha presentato il suo nuovo cd alla vecchia maniera: canzone per canzone, prima l’ascolto e poi le chiacchiere. Per capire il disco bastano il titolo, Made in London, e il produttore artistico Charlie Rapino, uno dei più golosi e versatili cacciatori di musica nuova in circolazione. D’altronde lei, che ormai ha comprato casa vicino al Tamigi, non ha usato giri di parole per spiegare la nuova fase: «Finora sono stata conosciuta come una cantante credo buona, adesso voglio crescere e fare di più». Idee chiare.
Però le spieghi, cara Noemi.
«In questo disco, sin dalla prima canzone Acciaio che ho scritto io, ho voluto fondere e confondere le mie radici. E senza dubbio la voglia di diventare internazionale mi è venuta grazie a Londra».
Perché?
«A Londra ascolti ogni tipo di musica, ne sei quasi avvolta, non puoi farne a meno. C’è quella più pesante e quella più legata alla melodia o al ritmo. E poi ci sono i locali, autentici crocevia di idee e tendenze».
Ci ha pure cantato.
«Sì al Roof Garden e, udite udite, c’era il tutto esaurito e il pubblico non era costituito solo da italiani, anzi erano la minoranza. Ma sono tanti i posti dove si respira la musica che gira intorno. Il Groucho Club di Soho, ad esempio, sempre pieno di musicisti e produttori».
A questo punto non le resta che cantare un intero album in inglese (e non solo un brano come stavolta, Passenger).
«Avrei molta paura a farlo perché ho paura di non riuscire a trasmettere le emozioni in una lingua diversa dall’italiano. Ma l’idea mi solletica assai».
In fondo manca poco. In questo album, tra l’altro il Dna inglese è fortissimo. Ha scritto Don’t get me wrong con il batterista e produttore dei Placebo e Passenger è firmata da Jamie Hartman autore di You’re beautiful di James Blunt.
«E ho scritto il testo di Per cosa vivere sulla stessa poltrona dove componeva Amy Winehouse».
Comunque in tutte le altre canzoni c’è una mescolanza stilistica molto british.
«Abbiamo lavorato un po’ “alla vecchia maniera”, provando e riprovando. Tanto più che Londra, all’apparenza così fredda, in realtà è caldissima di passioni. Anche per questo il cd esce con quattro copertine di colore diverso».
C’è una sua foto con la corona.
«In fondo a Londra c’è la Regina, la mia regina è la musica e quindi abbiamo un po’ giocato».
Tra poco sarà al Festival di Sanremo.
«E le due canzoni in gara, Bagnati dal sole e Un uomo è un albero, non sono state costruite a tavolino per vincere. Per di più, rappresentano perfettamente il disco. Difatti se vincessi, per me sarebbe una sorpresa assoluta perché sono tutto sommato poco “sanremesi”».
Dopo il Festival, c’è il tour.
«Andremo a suonare in posti “pettinati” come i teatri. Ma cercheramo di spettinarli…».
Noemi, però le date del tour sono in concomitanza con il talent show The Voice, di cui è “giudice”.
«Una faticaccia ma ce la farò, questo è il mio momento».

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Paolo Giordano

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