«Cameriera per fiction Nella vita attendo di sposare Rosalinda»

Sullo schermo è una governante alle prese con i mille intrighi di una dimora padronale tra ricchi industriali, famiglie di operai e omicidi. Nella vita reale è attrice, madre e fidanzata di un’altra donna. Simona Borioni, presente in molte fiction (da Distretto di polizia a Le tre rose di Eva), di recente ha avuto grande visibilità mediatica per la scelta di raccontare pubblicamente (su Vanity Fair e alle Iene) il suo amore omosessuale, il rapporto che da tre anni (ma in realtà da molto di più) la lega a Rosalinda Celentano, la figlia minore del Molleggiato. Simona dal 22 gennaio su Canale 5 sarà una delle protagoniste de I segreti di Borgo Larici, fiction ambientata nel Torinese nel primo dopoguerra: una specie di Downton Abbey in salsa italiana, in cui invece di nobili casate e domestici d’élite, si confrontano industriali del tessile con più «normali» camerieri. Il tutto arricchito dall’amore tra un rampollo della famiglia e una «maestrina» e da inserti da thriller.
Simona, cos’è cambiato dopo che è diventata ufficiale la relazione con Rosalinda?
«Tra noi due nulla. Siamo contente di averlo fatto: volevamo dare una testimonianza dopo quel terribile episodio del ragazzo gay di Roma che, non trovando comprensione, si è ucciso. Certo, dobbiamo sopportare alcuni disgustosi commenti che sentiamo per strada. Ma, perlopiù, ci sono stati attestati di solidarietà e ammirazione, anche nel mio mondo professionale».
Hanno suscitato scalpore soprattutto le scuse arrivate dopo tanti anni dalla madre di Rosalinda, Claudia Mori, alla figlia per non «averle detto prima che per noi non cambiava nulla». La Celentano aveva raccontato delle forti difficoltà incontrate in famiglia a far accettare la propria sessualità…
«Un tempo era più difficile comprendere queste cose per genitori cresciuti con un’educazione completamente diversa. Comunque, preferisco guardare gli aspetti positivi: ci sono persone che non superano questi scogli, che non arrivano mai ad accettare i propri figli».
Dalla settimana prossima, su Canale 5, farà la parte di una governante un po’ bisbetica che raccoglie le confidenze della grande casa padronale, mentre in questi momenti è lei al centro del gossip…
«È il mio lavoro. Tra l’altro questa fiction ha uno standard alto, nonostante non abbiamo avuto a disposizione mezzi e tempi come quelli usati per Downton Abbey. Il cast è stato scelto non in base a nomi noti (il più conosciuto è Giulio Berruti), ma alle capacità. E io ho cercato di dare al mio personaggio un profilo più ambiguo, più sfaccettato di quanto scritto sul copione. Magari ho fatto irritare un po’ il regista (Alessandro Capone), ma così mi è parso più incisivo».
Lei è abbonata a ruoli nelle fiction più popolari.
«Sì, peccato che questo in Italia ti precluda la possibilità di lavorare nel cinema. C’è ancora tanto pregiudizio verso chi fa televisione da parte dei registi, in America invece ormai c’è un flusso continuo tra i due sistemi».
Il problema che è tra la fiction italiana e quella Usa c’è un abisso…
«Non c’è dubbio, però ci sono alcune serie di buona qualità. E, comunque, i registi dovrebbero avere più coraggio di cimentarsi nella tv o, almeno, di non escludere gli attori che provengono dal piccolo schermo».
Anche Rosalinda sta ricominciando a lavorare, dopo molte crisi e un riuscito percorso di disintossicazione dall’alcol…
«L’abbiamo affrontato insieme: è già passato un anno di astinenza. Ora vive con me e mio figlio Samuele di 12 anni. E speriamo che sul lavoro capiti qualcosa di bello. Io ora sono impegnata sul set di un’altra fiction per Canale 5, intitolata Solo per amore, poi farò Ava Gardner a teatro».
Non dev’essere stato facile per suo figlio con i compagni di scuola.
«Invece no, sono stati tutti molto carini, non è cambiato nulla, del resto lo avevamo molto preparato. A chi gli chiede se è vero che sua madre è lesbica lui risponde che è una donna che ama e che è riamata e che tutti e tre insieme viviamo nell’amore».
Lei e Rosalinda vi eravate conosciute vent’anni fa, vi siete frequentate solo per qualche giorno, poi non vi siete più riviste. Dopo tutto questo tempo un incontro casuale in un ristorante vi ha portato a stare insieme: lei non aveva mai avuto prima esperienze omosessuali.
«Esatto. Ma il legame tra me e Rosalinda va oltre l’identità sessuale, non c’entra il genere donna o uomo, per me lei è una creatura unica, quasi angelica, che ho sempre amato anche se non l’ho più vista per vent’anni, che amerò per sempre e che non sarà mai sostituibile. Non ho avuto crisi sessuali o turbamenti. Ho semplicemente reincontrato la persona di cui avevo conservato di fianco al letto il cappellino e il walkman che mi aveva regalato vent’anni fa. E che ora spero stia con me per sempre. Anzi, che spero un giorno di sposare».

Laura Rio

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