Attenti alle vittime del web possono diventare dei mostri

Un tema delicato come il cyberbullismo è al centro di due film, uno già in sala, l’altro in arrivo da domani, che ogni genitore dovrebbe vedere per capire a cosa possa portare un simile fenomeno. Il primo, Disconnect, presenta, in maniera intelligente e incisiva, i pericoli della rete, lanciando quasi un invito, a chi si fa plagiare dal web, a disconnettersi dal mondo virtuale per ritrovare il piacere e la sicurezza di quello reale. Tra le storie che si accavallano nella pellicola, vi è anche quella di un ragazzo introverso che cade vittima del cyberbullismo.

Innamoratosi di una ragazza (conosciuta in rete), crede di chattare con lei. In realtà, lo sta facendo con un falso profilo social creato da due coetanei che lo stanno prendendo di mira. La «finta» compagna lo invita a mandarle una foto osé di se stesso, immagine che i due cyberbulli, poi, inoltreranno a tutti gli studenti. Con conseguenze drammatiche sul giovane che tenterà il suicidio finendo in coma.

E, aggiornandosi ai tempi moderni, anche Lo sguardo di Satana- Carrie, in uscita domani, fa cadere la protagonista vittima proprio dei cyberbulli. Nella famosa scena iniziale della doccia, quando Carrie, a seguito della educazione fondamentalista impartitale dalla madre (una Julianne Moore decisamente fuori parte), si spaventa di fronte alla comparsa di sangue del suo primo ciclo mestruale, le compagne, deridendola, riprendono la scena con un famigerato telefonino, video che sarò poi perfidamente postato in rete e trasmesso, durante il ballo scolastico, per mettere in ulteriore imbarazzo la ragazza; motivo che scatenerà nella ragazzina, insieme alla cascata di sangue di maiale sul suo vestito, lo sterminio di compagni e professori, intrappolati nella sala da una Carrie ormai fuori controllo. Quella del cyberbullismo è l’idea originale e azzeccata di rilettura fatta per il libro che rese celebre Stephen King e che Brian De Palma trasformò in un film cult. L’unica convincente, a dire il vero, in un remake che più che dai limiti creativi in regia di Kimberly Peirce (quella di Boys Don’t Cry) è penalizzato da un paragone improponibile con uno dei capostipiti del cinema horror. Pur fedele, nella sostanza, al romanzo da cui è tratto (con finale diverso, però, e aperto a un possibile sequel), il film si discosta, rispetto alla versione di De Palma, per alcune anomalie poco giustificabili. Su tutte, il fatto che Carrie (interpretata, senza infamia e senza lode, da Chloë Moretz, poco convincente quando dovrebbe restituirci sguardi da indiavolata), qui, assomigli più a una eroina con i superpoteri piuttosto che a una ragazzina in balia di una forza oscura impadronitasi di lei. Per il resto, poco cambia. Certo, la svolta social è interessante perché, sostanzialmente, questa è una pellicola per adolescenti e il cinema, in questo, può fare molto di più, come allarme preventivo sui pericoli del web, di tanti discorsi. E poi, quanti ragazzi hanno visto il film di De Palma? Per loro, Lo sguardo di Satana – Carrie sarà una novità, un altro horror da aggiungere al lungo elenco di pellicole del genere, da masticare insieme ai pop corn. Per gli adulti, meglio noleggiare il film del ’76.

Nelle sale due pellicole che trattano con il linguaggio duro dei ragazzi i pericoli del cyberbullismo: “Disconnect” e il remake del celebre “Carrie”

Maurizio Acerbi

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