Cosa mi metto? Perché andiamo in crisi davanti all’armadio

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Quanto tempo passiamo davanti all’armadio? Secondo una recente indagine, condotta dalla celebre catena inglese Marks and Spencer in collaborazione con Oxfam, circa 17 minuti al giorno: 119 minuti alla settimana, sei mesi nell’arco della vita.Probabilmente questa stima è sin troppo indulgente, perché il tempo speso davanti al guardaroba cresce in proporzione a quanto ci attende nella giornata. Più l’occasione è speciale, dal colloquio di lavoro all’appuntamento con una persona importante, maggiore è l’attenzione che vi dedichiamo e l’ansia connessa all’aspettativa.«Ogni persona desidera apparire bella» ricorda Anna Turcato, Image Consultant & Style Strategist. Vogliamo essere belli per sentirci attraenti, amabili, desiderati e… considerati. L’immagine che abbiamo di noi stessi è stata costruita molto tempo fa, durante l’infanzia: gli occhi di un padre e della madre sono il primo specchio in cui ci guardiamo. Da bambina senti di essere stata vista e apprezzata per ciò che eri? Quando questo confronto è doloroso o impossibile è l’intera costruzione di noi stessi a vacillare, anche da adulti.Sei perfezionista, ammettilo. Il tuo occhio critico spesso è così acuto da non lasciarti speranza: è che ce lo hanno insegnato e inculcato, fin da bambine. Conosciamo molto bene i parametri di eleganza, misure, savoir faire, ma la maggior parte di noi non appartiene affatto alla rigida e algida geometria delle figure che vediamo sfogliando le riviste. Il nostro corpo, il mio e tuo, è fatto di centimetri ribelli, troppi da qualche parte e troppo pochi in certe altre. Le cicatrici e le smagliature ci affliggono, eppure siamo tutto questo splendido caos. Ragazze in evoluzione, mamme e nonne con una storia che ha lasciato il segno: donne, tragicamente e meravigliosamente imperfette.Stare di fronte allo specchio per una donna è più difficile, perché a gravare sulla nostra testa è il peso di secoli fatti di giudizio, aspettative, libertà negata. Dalle statistiche emerge che è nel pubblico femminile dove si registrano livelli più alti di stress, ansia, senso di colpa. Perfezionismo e tendenza a un’osservazione che diventa critica sono il nostro problema quotidiano, non solo in relazione agli altri, ma soprattutto nei confronti di noi stesse. «La parola chiave è clemenza» ricorda Anna Turcato. «Secondo le statistiche il 75% delle persone al momento dell’acquisto sbaglia taglia. Significa che non conosciamo il nostro corpo».Potrebbe interessarti anche: Aiuto! Mi sento grassa e brutta.Come uscire da questo circolo vizioso? A tutti capita di essere preda dell’indecisione e andare in crisi davanti all’armadio. Capita di sentirsi brutte e inappropriate, sciatte, eppure ben nascosto sotto il malumore di certe giornate si cela la possibilità di riappropriarsi di una nuova relazione con se stesse. È la differenza che intercorre fra sguardo analitico e globale. «Parti da un dettaglio positivo, poi osserva tutto il resto» suggerisce Anna Turcato. Nella fretta delle giornate e nell’ansia di apparire come le altre, dimentichiamo una semplice verità. Nessuno è uguale a un’altra persona.Dimentichiamo per un attimo lo specchio. Inizia a sentire sulla pelle i tessuti, scegli i colori della giornata lasciandoti guidare dall’istinto primordiale che ognuno ha. Secondo la cromoterapia funziona. Ti darà energia, forza, sicurezza in te stessa, perché non si tratta di scegliere un abito cercando di uniformarsi all’immagine che gli altri hanno di noi, ma avere il coraggio di reinventarsi, ogni giorno, con ironia, coraggio e voglia di osare, in barba alle regole e a ciò che consideriamo sconveniente o imbarazzante. Oggi regala al tuo corpo un sorriso, sarà un allenamento quotidiano.
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