Elio e Vasco in video, Mina sul web Raidue è più "social"

C’è una certa Tv che vive di luce sfavillante, che fa parlare di sé in ogni momento, che figura come la più innovativa, anche se magari ha un seguito di piccoli numeri. C’è un’altra Tv che sta più nell’ombra, che non strombazza i suoi risultati, che cerca lentamente un’altra via, che tenta di sopravvivere all’esodo degli spettatori verso i canali specializzati. Tra quest’ultima c’è Raidue, la rete che una volta stava sempre sui giornali e sulle bocche del pubblico per via di Santoro, dell’Isola dei famosi, dei fiumi di polemiche che suscitavano. Una rete che ora viene definita «carina», «elegante» ma di poco «appeal» e con ascolti in «erosione». «Non mi sembra una definizione azzeccata – ribatte il suo direttore Angelo Teodoli – piuttosto la descriverei come una rete cui stiamo dando una connotazione editoriale molto diversa, con un palinsesto rinnovato al 60 per cento e ascolti in linea con le richieste aziendali: anzi Raidue è l’unico canale che a gennaio guadagna punti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Una rete che adesso si permette di attirare nomi preziosi che ci pensano bene prima di aderire a un progetto televisivo. Per esempio Vasco Rossi, cui sarà dedicata una puntata del programma Unici a fine aprile e che per l’occasione ha concesso un’intervista a Los Angeles dove si trova per lavorare. Oppure Mina, la più grande e invisibile cantante italiana, che sta pensando di concedersi a Raidue, non in video, come non fa più da molto tempo, ma in audio. Se il progetto andrà in porto, ascolteremo gli interventi dell’artista sul sito web del secondo canale: un po’ come faceva per la Stampa, con tempi e temi a sua scelta. «A Mina – spiega il direttore Teodoli – così come a Vasco piace molto la connotazione multimediale che stiamo dando alla rete: quasi tutte le produzioni hanno una connotazione “social“ che non significa soltanto leggere i tweet durante un programma, ma una interazione reale con il pubblico. Mina, come la Carrà, è un’artista che guarda al futuro». Avranno un forte riscontro sul web anche le due trasmissioni di punta in arrivo in primavera. La novità è uno show-gioco-quiz con la scapestrata band degli Elio e le Storie Tese. Un Musichione, versione gaudente dell’antico Musichiere dove le canzoni sono un pretesto per scherzare con i concorrenti. Sei puntate all’insegna della follia dal 6 marzo in seconda serata per una rete che, oltre alle cose serie, ha nel dna anche proposte leggere e divertenti: sarà infatti riproposto anche Made in Sud, comicità in stile partenopeo, che ha avuto buona accoglienza in autunno. L’altro appuntamento è, ovviamente, The Voice, il talent musicale che ha sostituito X Factor migrato su Sky e che si presenta alla seconda edizione. Lo scorso anno ha sorpreso soprattutto per il mix ben riuscito della squadra dei coach: questa volta insieme a Raffaella Carrà, Piero Pelù e Noemi ci sarà J-Ax al posto di Cocciante, presenza rapper che contribuisce a dare una vernice più fresca e giovane allo show (presentatore nuovo Federico Russo). Partenza il 12 marzo, per 14 puntate. Il paragone con X Factor è inevitabile: il talent di Sky viene celebrato con sfavillanti aggettivi, cosa che non accade con quello di Raidue. «X Factor fa il 3 per cento di share, The Voice il 15, se questo vuol dire che il nostro show è più moscio, allora vorrei che tutta la mia rete fosse così moscia…», ironizza Teodoli. All’inizio di marzo partono anche le serie di genere investigativo: da NCIS a Castle a Elementary a Good Wife al Commissario Rex. E, in attesa che da domani il Festival di Sanremo porti via tutta l’attenzione del pubblico, stasera Raidue chiude un’operazione gioiellino: quella di Boss in incognito, il programma che ha mandato i capitani d’azienda travestiti a lavorare insieme ai loro operai. A seguire, appuntamento speciale di 2Next-Economia con ospiti in i quattro protagonisti-manager. Chiude la serata Razza umana di Piero Marrazzo. Una rete che comunque non si sospende per il Festival, come è stato deciso su altri canali: regolarmente in onda i telefilm e venerdì Virus, il talk di Nicola Porro («Un programma che si sta costruendo un suo pubblico sperimentando anche linguaggi innovativi con ascolti in linea con quelli degli altri talk recenti»). Insomma, dopo un anno di direzione, è tempo di trarre un bilancio. «Direi che, in una situazione in cui è sempre più complicato per le tv generaliste trovare un fil rouge capace di legare insieme tipi di pubblico diversi e in cui si deve fare i conti con un budget molto ridotto, ce la caviamo. E soprattutto rispondiamo agli obiettivi richiesti dai vertici aziendali di realizzare una rete giovane, anche leggera, ma non volgare».

Una primavera di quiz folli, “The Voice” e la cantante in audio. Il direttore Teodoli: “La rete ha totalmente cambiato identità”

Laura Rio

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